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Full text of "Memoria storiconaturale sull'arrossimento straordinario di alcune sostanze alimentose osservato nella provincia di Padova l'anno 1819 di Vincenzo Sette ... letta all'ateneo di Treviso nella sera 28 aprile 1820"

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V' 




MEMORIA 

STORICO-NATURALE 

SULL’ 

arrossimento straordinario 

DI ALCUNE SOSTANZE ALIMENTOSE 
OSSERVATO NELLA PROVINCIA DI PADOVA 
L’ ANNO MDCCCXIX , 

DI VINCENZO SETTE 


IN AltOHA MEDICO-CHIH0BGO CONDOTTO IN PIOVE, 

già' ispettore di santta', membro di varie acca- 
demie £C. EC. ATTUALE I. R. MEDICO ADDETTO ALLA 
C. R. DELEGAZIONE PROVINCIALE DI VENEZIA 


LETTA ALL’ ATENEO DI TREVISO 
NELLA SERA a8 APRILE i8ao 



» 


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L'histoìre du monde est toute entikre dans la moiri- 
dre molécule animée, et Vétude iC uno mousse vient nout 
déooìler les oérités les plus obscures. 

.-l. k >j ' > '■ A 1 .. i. . 4 

- Tolìahu Henri. 








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A SVA ECCELLENZA 


IL SIC. CONTE 

CARLO U INZAGHI 


GOFERNATORE DELLE PROFINCIE FENETE 
CIAXBSXLANO 

COSSIGLIEBX ZSTIJtO A TTVALS DJS.X,l.n,A. 
eOUMSSBATOBS SSLl' ORDISS COSTAJZTIIIIASO 
BI M. oiomio DI tABltA SO. se. SC. 


jf l clamoroso fenomeno ^ che nel 1819 
comparve nella Provincia di Padova suscitan- 
do terrori popolari, e promovendo mille diver- 
se interpretaziorù per ogni classe di persone, fu 
il soggetto della presente Memoria , che lessi 


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aìV Ateneo di Treviso fino dalt aprile 1820 , e 
che depositai né suoi atti. Quel fatto meritava 
di essere studiato dalli coltivatori delle scienze 
naturali, ma mancavano della dovuta notorietà 
gli elementi necessarj per averlo a conoscere. 
Nel 1823 sortì colla Biblioteca italiana di Mi' 
lano una relazione, che supplire non poteva a 
questo, sfuggita essendo meritevole di non po- 
che rettificazioni, siccome lo stesso suo autore 
in seguito modestamente lo ha dichiarato. Il 
mio scritto altro non contiene che precisione di 
osservazioni, e verità di referto, lontano ogni 
prestigio di prevenzione , e perciò ambisco la 
grazia di potergli ornare la fronte col Nome 
onorevolissimo dell Eccelienza Prostra qual 
suggello di verità. L’ argomento ha interessato 
V Eccelso Governo sotto a varie viste; quindi 
mi fo ardito di umiliare all Eccellenza Prostra 


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e come Capo benemerentissimo di quello, e co- 
me Mecenate illustre delle scienze il presente 
lavoro, supplicando la generosa sua bontà dì 
accettare con esso gl' invariabili miei sentimenti 
di venerazione, e di pro^ndissimo rispetto 

Venezia li i6 oUobre 1824. ' ’ 


J^i V , E. Ossequiatiss. 


O v, 


'■ 'r . 

■ * ^ i. . • • rs 


Umilus, Dicotist. Seroìfme * 
VINCENZO DOTT. SETTE . 


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I 


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INTRODUZIONE 


1. Otupirete, illustre sig. Presidente, celeberri- 
mi Consocj, che componete a buon diritto uno de’ 
più luminosi consessi delle nostre Provincie, e che 
con particolare tratto di generosa bontà vi degna- 
ste di accettar me pure all’onore di vostra aggre- 
gazione, stupirete, io dicea, nel sentire la mia vo- 
ce Sciogliersi per la prima volta in mezzo a Voi, 
prendendo mossa da un argomento sorto, alimen- 
tato , ed ingigantito da popolare fanatismo , dalla 
superstizione piacevolmente coltivato, sfigurato da- 
gli entusiasti, dagli oziosi deriso ne’ circoli, niegato 
da’ miscredenti, e poco dopo ricaduto nel genera- 
le obblio quasi non degno egli si fosse di ulteriore 
ricordo. Propenderà taluno, forse, a tacciar di pue- 
rile la mia scelta, ma pure tengo fondati motivi a 
lusinga, che in ultimo non indegno affatto trovere- 
te dell’ attenzion vostra filosofica il mio assunto. 

2. Fu proprio in tutti i tempi, ed insieme di 
soddisfazione avidamente ricercata pegli uomini 
volgari, r industrioso sforzo di ornare con caratte- 
ri meravigliosi que’ fenomeni, che non senti van- 
si capaci di spiegare con bastevole chiarezza: si 
trasportavano per tal modo dal regno delle cose a 
quello della superstizione, e potevano a piacimento 


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6 

molto prodigar parole , niente concludere. Ciò 
vedemmo pure rinnovato anco ne’ nostri di al pre- 
sentarsi per la prima volta l’abbagliante fenome- 
no dell’ arrossarsi la superfìcie di alcune sostanze 
alimentose ; fenomeno in vero a prima vista impo- 
nente , né mai più ricordato dagli annali de’ fatti 
di natura. ' 

3. .\lli misteriosi , e sfigurati racconti del po- 
polo unite essendosi nel bollor del fanatismo al- 
cune pubbliche relazioni, quanto imperfette altret- 
1 tant’ oscure , le persone di senno rimasero senza 
elementi precisi sopra di un fatto che il varco, for- 
se, schiudere potrebbe alla conoscenza d’ impor- 
tanti operazioni in natura, che avvolte ancora se 
ne stanno fra densi veli. Si rise, egli é vero, anche 
da qualche dotto ; si decretò immeritevole di al- 
cun rimarco la nuova apparizione : ma se Galvani 
deriso avesse, e lasciato in balìa di neghittosa tra- 
scuranza le tremule contrazioni da sua moglie ri- 
marcate nelle coscie di alcuni ranocchi morti, le 
scienze non possederebbero forse ancora alcuna 
nozione sopra uno de’ principj più possenti, e più 
generali della natura. Indegni di rimarco io trove- 
rei gli effetti tutti ancorché grandiosi, lì quali par- 
tono da leggi ovvie e conosciute ; ma non quegli 
altri che, quantunque in apparenza frivoli, manten- 
gono o celata, od oscura la loro derivazione. Ini- 
ziato semplicemente in cosi fatti studj io mal so 
dopo un primo avanzarmi con secondo passo nelle 


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9 

indagini anco delle più minute cose : T oscurità , 
l’incertezza insidiano perennemente il mio intei* 
letto , e r antenna di una farfalla , la polvere di 
un’ isaria, la scaglia di un lichene, la sortita di una 
muffa ergonsi alla mia mente in montagne inac- 
cessibili. 4 

4- Nullameno, rincorato dalla generosa vostra 
bontà, illustri Consocj, divisar di presentarvi que* 
st’oggi co’ mudi, che alle mie forze saranno prò* 
porzionaii, la storia naturale di un fatto sopra cui 
Jante voci si sentirono, ma cotanto confuse , che 
nessuna traccia positiva ebbe a restarne di sua ve- 
rità e purezza . Onorato di pubblica delegazio- 
ne pel riconoscimento di esso, ho potuto conserva- 
re tutti li documenti originali relativi ; ciò vi sia 
di guarentigia per la fedeltà delle parti storica, 
descrittiva, ed esperimentale che sentirete ; accet- 
tate poi le deduzioni da esse tratte con quella dif- 
fidenza, che la scarsezza del mio ingegno potrà in- 
spirarvi. 


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. STOBIA POLITICA 

, ^ < 1» : . 1. » •. ‘J 

5 . A-Icune fette di poleata preparala con £a> 
rina di frumentone (i) acqua e sale, al messo 
giorno delli due agosto 1819, poste in serbo nella 
cassetta di una tavola di cucina presso la famiglia 
Fittarello, una deile più benestioui della parroccbia 
di Legnare, furon viste la susseguente mattina con 
punteggiamenti rossi, irregolarmente sparsi pella 
loro superficie a guisa di spruzsi di vivo sangue. 

6 . Sorpassata come accidentale la cosa, e get- 
tata la polenta al pollame, nella mattina delli 4 
ritrovò il vermìglio anche sulle fette della nuova 
polenta del susseguito giorno. 11 raccapriccio fe- 
cesi allora ad invadere gl’ individui di quella fa- 
mìglia, e col più geloso secreto s’ indusse il sig. Ar- 
ciprete del luogo a benedire. Ma il fenomeno per 
questo non lasciò dal presentarsi quotidianamente 
con ammaliata persistenza ; anzi una minestra di 
riso, un pan-bollito civanzato a’ fanciulli, dopo la 
ore circa assunsero anch’ essi la medesima colora- 
zione della polenta. Alle benedizioni susseguir si 
fecero allora li digiuni, le preci, e perfino li divi- 
ni sacrifizj ; ma indarno : un mezzo pollo lessato, 
chiuso a chiave, dalla sera alla mattina sì rinven- 
ne tale quale grondasse di sangue. Gii effetti della 
superstizione non ebbero più limiti, ed il vicinato. 


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Il 

CMendone venuto in cognizione rimase a bocca 
aperta sentendosi tutto abbrividire. 

7. Fino a queir istante la sola famiglia Fitta- 
rello mantenevasi invasa dal prestigio , e perciò 
guardata sott’ occhio con orrore perKno dagli stes- 
si suoi amici. La politica Autorità del Distretto ne 
fu avvertita col giorno 10: nel susseguito 11 io 
venni onorato dell’ ordine (a) di riconoscere tosto 
la realtà del denunziato romoroso fenomeno ; ed' 
esistendo, di riferire indilatamente da quale causa 
lo giudicassi provenire, se spontanea e naturale , 
oppur maliziosa t col giorno 12 cominciarono le 
mie osservazioni. 

8. Mai più la strada da Padova a Legnavo fu 
vista altrettanto frequentata ! Persone di ogni clas> 
se, di ogni età, provinciali e stranieri,' di continuo 
riempivano la casa Pittarello , ed a mille a mille 
sempre opposti , sempre diversi , spesso ridicoli , 
guidati per lo più da un predominio spinto di su- 
perstizione, sortivano li discorsi, le deduzioni , le 
interpretazioni e perfino le più accanite contesa, 
nel mentre che quella buona gente, di già da se 
stessa mortificata dalla misteriosa visita, tremante 
se ne stava per li futuri sterminj, che da cento boc- 
che ad ogni istante venivanle preconizzati . £ tan- 
t' era il fanatismo dominante da far ritenere dalla 
bassa plebaglia, che quel colorito fosse pretto san- 
gue che un voler soprannaturale trasudar facesse 
dalle polente di quella famiglia, perché fatte con 


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13 , 

fi'uraentone antico, mantenuto occulto, e negato 
agli affamati miseri nella carestia del 1817I... 
Chiunque arrivava a possedere un pezzettino di tal 
polenta arrossata, che si vendeva e rivendeva a 
caro prezzo, stabiliva a piacere de’sussurranti croc- 
chj nelle città vicine, per le strade, per i caffè, per 
le osterie; in somma il rosseggiar della polenta di 
Legnare somministrava 1 ’ argomento principale a 
tutti li discorsi delle brigate. 

9. Frattanto nella mattina i 3 agosto ottenuto 
io avea la riproduzione del fenomeno in mia casa, 
sopra polenta da me preparata, e quindi posta in 
vicinanza a quella di Legnare, e fu allora, che 
scrissi alla R. Delegazione Provinciale ( 3 ) che lun- 
gi qualsiasi sospetto di maliziosa arte, il fenomeno 
sortiva spontaneo, naturale , e che mi sembrava 
scorgere lo sviluppo di un Bisso polveroso non an- 
cora conosciuto. Con destrezza frattanto nella mat- 
tina susseguente sorgere lo feci anche nella casa 
dello stesso sig. Arciprete, ove ritenevasi assoluta- 
mente che non dovesse comparire , e cosi strap- 
pando in pubblico la larva della superstizione, il 
fanatismo popolare andò gradatamente spegnendo- 
si, nè piè venne concesso al sig. Arciprete di be- 
nedire. 

10. A misura che in Legnare li prestigiosi ef- 
fetti del nuovo fenomeno passavano all’ indiffe- 
rente trascuratezza, diffondevasi ne’ paesi lontani 
con maggior entusiasmo, perchè li portatori della 


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i3 

novella, studiandosi di modellare li racconti colle 
norme del vario loro pensare, sforzavansi di far 
credere il fatto, non quale realmente esisteva, ma 
quale avrebbero amato che fosse. Quindi lettere 
da ogni banda con domande le più assurde, figlie 
degli esaltati racconti, che snaturato aveano la ve- 
rità della cosa; quindi incessanti ricerche per ot- 
tenere un qualche bricciolo di polenta ; e quest’a- 
vida curiosità contribuiva di molto, a mio modo di 
vedere, per la sempre crescente diffusione del fe- 
nomeno. 

1 1. Nel giorno i 4 ^ presentato l’arrossamen- 
to in Saonara presso l’egregio amico e stimabile 
botanico Don Pietro Melo, che nel giorno prece- 
dente favorito aveami in Legnaro. Egli dopo di a- 
ver portato in quel giorno a Saonera un pezzo ar- 
rossato, ottenne la colorazione medesima non solo 
sopra alcune fette di polenta, ma ancora su di un 
piatto di stoccofisso. Contemporaneamente se lo 
procurò con apposito innesto in Ponte Casale, giac- 
ché spontaneo giammai in onta a mille tentativi 
fatti ne’ primi giorni non avea potuto ottenerlo , 
anche l’altro soave amico, e sagace coltivatore 
delle scienze naturali doti. Domenico Mariinatti, 
che continuando in seguito colPinvidiabile sua tran- 
quillità di criterio a studiare il fenomeno, compia- 
cevasi sovente senza alcuna gelosa riserva , di far 
conoscere a chicchessia li risultati delle giornalie- 
re sue osservazioni. 


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14 


' .12.' Col giorno iS pervenne in Legnare una 
rispettabile Commissione scientifico-politica, com» 
posta da illustri professori della Regia Università 
di Padova, da que’ della Sanità Provinciale, e da 
ragguardevoli funzionar] politici : a questa ebbi 
r onor di presentare in compendio il risultato del- 
le osservazioni fino allora da me tenute,' e condot- 
ta nella cucina ammaliata , estrassi dagli armadj, 
da me suggellati 3 o ore prima, polenta, riso, stoc- 
cofisso, pollo lesso, pollo arrostito, carne di bue, ed 
im pezzettino di pane fresco, le quali sostanze tut- 
te sortirono più o meno tinte in rosso, più o ineno 
punteggiate. Il pane, eh’ era stato inumidito prima 
del suggellamento , mostrava cinque o sei minu- 
tissimi puntolini, ma il pollo lesso apparve a prima 
vista con tale verità grondante di sangue , che un 
celebre professore presente non ha potuto tratte- 
nersi daH’esclamare ; adesso compatisco il sig. Ar- 
ciprete se ha benedetto ! L’ Igrometro Bellani a 
quel punto, ch’era il mezzo giorno, dava li seguen- 
ti risultati. 


Nella sala 
In cucina sulla credenza 
' Entro la credenza 


Igrometro - 56 

Termometro 20 — 
2 

Igrometro $7 

Termometro 21 ^ 
2 

Igrometro - 67 
Termometro ai 


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tS 

1 3 . Nel giorno i6 spontaneo «orli il fenomeno' 
anche in Pontelongo ( 4 ) : nel 17 in Abano ( 5 )> ed 
in Correzzola nei palazzo Feudale Melzi (6); ma 
in queste due ultime Comuni procurato ad arte , 
mediante spedizione da me fatta nella prima di un 
pezzo di polenta arrossata, nella seconda della car- 
ta, in cui quella era stata avvolta. Nella stessa se- 
ra ho presentato al H. Commissario un nuovo e 
più dettagliato rapporto, col quale riconfermando 
la mia opinione sull’ indole Organica della materia 
colorata, aggiungeva le seguenti identiche espres- 
sioni : V aggiunta di un essere organico al mon- 
do microscopico può venire riguardata come un 
nulla i ma la scoperta della provegnenza natu- 
rale di un fenomeno spaventevole, e misterioso a- 
gli occhi del volgo; 'il primo passo al ritrovato 
di un elemento buono alle Tintorie per un co- 
lorito brillante , non potrà riuscire indifferente 
agli occhi deir Eccelso Governo, siccome a me 
non potrà esserne Contrastata la primazia del- 
la scoperta: ed anche questo in poco tempo 
sulle treccie del primo ebbe tutta la diffusion pos- 
sibile. 

14. Nel la Commissione di Padova, ritor- 
nata essendo in Legnerò, trovò generalmente co- 
lorite le sostanze tutte po%te sotto suggello, ma con 
qualche moditicazione, figlia dell’ influenza di al- 
cune circostanze naturali già conosciute, e l’ arros* 
simento si è pure osset^ato, ancorché non molta 



i6 

copioso, soprà quelle ■ sostanee, cbe furono chiuse 
nel riparlo di un armadio a solfo fumigato : ma 
qui si avverta per la pura verità, cbe trascurate a> 
vevansi non poche fissure del legname, per le qua- 
li i vapori solforosi incontrarono pronta sortita, e 
con &cilità avea potuto introdursi dell’ ammosfera 
circostante. ... 

15. Ne’ giorni ao, ai, aa, a3 anche in Padova 

successivamente sorgeva il fenomeno in varie ca« 
sate, nel mentre che nelle Comuni del nostro Di> 
stretto diffondevasi in modo che più di cento fami- 
glie lo possedevano. • •' • • . : . 

16. ' In pubblico fino allora nessun cenno aveasi 
veduto comparire colle stampe, e per mala ventu- 
ra il primo a parlarne fu un Gazzettiere ! L’ Os- 
servatore Veneziano (y) sorti con un tale guazza- 
buglio d’ infedeltadi, e' di falsità da roetitai«i la 
più sferzante riprensione. È grave delitto il tradire 
la buona fede sotto pubblica veste ! Perché indicar 
che l’ arrossimento avveniva sopra fette di polenta 
chiusa in un armadio presso alcuni villani men- 
dici? Perché assicurar , che sorto non era sofira 
la polenta chiusa in luogo della Commissione dì 
Padova fumigato co’ vapori di Monveau ? Perchè 
asserir che l’Abbate Melo di Saonara osservate a- 
vea il fenomeno due annr prima, e scritto fino d’al* 
lora ad alcuni amatori delle scienze naturali ? Nè 
mendici erano li villici, presso lì quali per la pri- 
ma volta si è presentato l’avvenimento; nè la 


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»7 

Commisfione di Padova usato avea delle fu- 
migagioni di Morveau, oè l’Abbate mio amici», 
simo avea scritto sull’ argomento siccome nep- 
pure osservato prima di quella stagione. Regala 
poi del proprio a comune appagamento, che il 
risultato di diligenti esami, e disquisiaioni era, che 
di niente altro si trattasse, che di una semplice 
muffa. 

17. Contemporaneamente altra cicalata si sen- 
ti sulla Gazzetta Privilegiata (8) nella quale sbal- 
zar fftcevasi dal bagno un incognito, e gridar pel- 
le vie ho ritrovato, ho ritrovato. Ma che cosa tro- 
vato avea ? Essere proprietà costante della polen- 
ta formata di Zea-Mayz o grano turco, formen- 
tone ec. di produrre quel coloramento alla super- 
fìcie come si trovi avvolta in umici atmosfera, op- 
pure soggetta a putride esalaùoni, forse perchè 
in tali circostanze giungerà a concepire alcuni 
gradi di movimento intestino, che sembra di mol- 
to favorire la comparsa del fenomeno. Siffatta 
pretesa costanza però smentita veniva a prima vi- 
sta appunto dal clamore, con cui il pubblico fftce- 
vasi a rimarcare quel fenomeno, che di generale 
consenso proclamava non più visto : eppure man- 
giava polenta da più di due secoli, in tutte le sta- 
gioni, e ne custodiva gli avanzi co’ metodi mede- 
simi di quest’ anno. 

18. Anche l’amico Melò di Saonara pubblicò 
Ja Sua Memorietta (9) e la si vede con giustificato 

3 


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i8 

anacronismo inserita nel binnestre Notrembfe>Di^ 
cembro 1818 del veterano giornale di lettetatara 
italiana. 11 valente botanico' non può discendere 
a riconoscer in quel 1 fenomeno uno sriluppo di 
materia' organica, ma ' piuttosto ama di stabilir- 
lo dipendente da un’ alteraaion chimica di alcuni 
principi componenti' le sostanze organiche, e par- 
.ticolarmente della mucilagine » precisandolo un 
prodotto della fermentazione colorante di Four- 
-croy(io). . „ . 'I ' I i. 

. 19.’ In seguito per i 5 giorni successivi ftu-ono 
'tentate le fiimigagioni di Snoith, t durante le notti 
nella cucina' Pittarellor,'' ma ' senza rimarchevoli 
cambiamenti in quanto alla costanza di apparizio- 
ne del fenonteno.; L’ osserrazion dava solamente 
ch’egli minorasse di copia all’abhassarsi della tem- 
peratura, o dall’ asciugarsi dell’ aria ' anzìchò da 
qualunque altra cagione.' Del resto'lo sviluppo prò- 
'seguiva a ^ mantenersi 'copioso nelle abitaiaoni i di 
prima comparsa, ed a diffondersi in mòdo che al- 
, lì primi di settembre pi& 'di 3 oo fitmigfìeeeilo a- 
veano veduto sopra vane sostanze, « qualche Bella 
perfino se l’eldte.a trovare 'sopra de’ civaozi di 
colla d’amido' sciolta! * o n...-/ <"i »> n.f 

zo. < Il valente giovane Pietro de-Gol, ajuto 
■ alla Cattedra dii Obimìca nella R. '^Università 
di Padova, esercitavasi a' quest’ epoca nella 'co- 
noscenza de’ caratteri, e delle proprietà chimiche 
dalla nuova produzione, studiandosi di applicarla 


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19 

Segnatamente airiarte<brttoria, I e già furono pre- 
sentati all’ Eccelso: Governo de’ saggi di sete bril- 
lantemente tinte . colla ^ medesima , offerenti le 
gradazioni tutte della Bosa^ Esternò anco io al- 
lora la sua opinione sull’ indole del, prodotto^' ri- 
tenendolo organico, appartenente’ al 'genere Mu- 
oor di Builiard, di specie non conosciuta, e, ch’egli 
avrebbe amatO' di distìnguere colla denominazio- 
ne di iHucor .nto^oineiM.iir. • ' fi 

ai. Moltissime irregolarità relative alla copia, 
ed alle ore necessarie alla comparsa del rossore si 
rimarcarono durante il mese di settembre, colter- 
minar del quale spari completamente, ma in mo- 
do che la sua protrazione si, mantenne nelle fami- 
glie in ragione diretta colla copia dapprima avuta- 
ne, e perciò, l’ultima tasata , a. perderlo i fu, i quella 
del Fittarello, la prima, csoè, che avealo osservato. 

- Quindi diminuito di’ mblto, aiti prinii del mese, ,si 
I riprodusse, con estraordinariai abbondanza nelle 
giornate , 5 , 7, giornate con predominio di 

-vento scilocoale caldissimo, e nelle 1 susseguenti 8, 
1. q, tao 1 appena se ne mostrava < qualche rarissi- 
< mo punteggiamento per l’ improvviso soffiar di 
un secco vento Greco, cbei valse ad asciugare 
' in^breve ora li nostri pavimenti; terreni da pià me- 
si mantenutisi costabteoiente umidì. Ricomparve 
ancora copioso' nel ;i 3 , e qualche famiglia Sgìata 
di Piove (il) se l’ebbe lad osservare' perla prima 


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30 


volta , dileguandosi tosto rapidamente, e d^pper» 
tutto. ' , 

32 . Il Distretto di Piove contasi per il più vi* 
sitato : ne segue con decrescente proporzione quel* 
lo di Padova, e per terzo l’altro di Conselve, 
quando gli altri distretti limitrofi, e segnatanoente 
quello di Cliioggia, eh’ è pur tanto umido, e tanto 
dominato da non felici esalazioni, non n’ ebbero la 
più minima traccia : eppure ì loro abitanti man^ 
giane anch’ essi la polenta di Zea-Mayz, e conser- 
vano li civanzi dalla sera alla mattina, o ne’ cesti , 
o nelle cassette delle tavole! 

aS. Se spontaneo però più non incontravasi il 
fenomeno ne! nostro Distretto dopo gli ultimi di 
settembre, ad arte coltivato egli non cessava di pre- 
sentarsi quotidianamente in mia casa (12), e ciò 
fino alla metà di novembre, epoca nella quale ab- 
bandonai ogni cura per ottenerlo. In tale frattem- 
po contribuito io avea a farlo sorgere anche in 
Udine (i 3 ) ed alla Motta del Friuli { i4) mediante 
spedizione colà fatta di pezzetti arrossati ad alcuni 
pregiatissimi miei amici, che erano ansiosi di ve- 
dere il fenomeno. Finalmente alli i 5 del corrente 
aprile ottenni la sua revivificazione in mia casa 
col mezzo di alcuni pezzi, che contavano la data di 
cinque mesi (i 5 ). 

24* Le sostanze, che nelle varie epoche mostra- 
rono l’ arrossimento sia spontaneo, o procurato. 


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21 


furono carnami di varj animali a sangue freddo, 
ed a sangue caldo, tanto crudi, come cotti, polente 
di mayzj pane di frumento, glutine non cotto, ami- 
do sciolto, minestre di riso, pan bollito, fette di pera 
mature e sane (i6), non avendolo potuto ottenere 
sulle frutta immature, nè sulle guaste , sulli fegati 
crudi degli animali, nè sopra i formaggi. 



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st 

storia' 

, TOPOGRAFICO -METEOROLOGICA. 

f 

a 5 , P ria d’ inoltrarmi nella descrizione dell’ab- 
bagliante fenomeno, e di presentare un estratto del- 
le moltiplici osservazioni sopra di esso tenute, non 
riescirà diacaro alla curiosità de’ dotti, spesso insa- 
ziabile, un cenno anche rapido sopra tutte quelle 
circostanze o condizioni, le quali meritarsi potreb- 
bero, de’ sospetti di avervi contribuito. Nell’inve- 
atigazione de' fenomeni di natura nulla et deve 
sfuggire d’ inosservato, giacché li più grandiosi fra 
di essi bene spesso riconoscono de’ moventi minu- 
tissimi. 

, 26. Legnaro, culla primitiva degli arrossamen- 
ti osservati, giace 8 kilometri al S. E, di Padova, 
^ elevato metri 6,591 sopra il livello del Golfo A- 
driatico , dalle cui nparemme dista 18 kilometri. 
Vario vi si rileva il suolo; 'in generale primitiva- 
. .mente formato da marittimi depositi, ' in seguito 
accresciuto per sovrapposizione di alternanti strati 
di vegetabili decomposti, e di sedimenti sabbiosi, 
opera del primitivo libero vagar de’ fiumi. A* gior- 
ni nostri va coperto tutto da ubertose campagne, 
coltivate per otto decimi a Frumento, Frumentone, 
Fagiuoli ; e gli altri due ad Avena, a Miglio, a 
Melliga, a Panico, tutte popolate da Noci, da Aceri, 


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a3 


da OIbiì, da Viti disposte a filari. Le acque vi so- 
no piovane, stagnanti quasi tutte nelle fosse, che 
circondali j i campi , li quali presentemente più 
soggetti non sono ad allagamenti neppur estraordi- 
narj. Conta una popolazione dispersa di 3o8a indi- 
vidqi sopra un’ area di i5o6 tornature di terreno. 

3^. Le abitazioni s’ mcontrano per due terzi 
formate di argilla coti’ al sole , e coperte di can- 
nucce ; il resto di mattoni con tetti di tegole. In 
esse poco avvertite sì tengono le cure di politezza. 


e generalmente il bestiame , i letamaj giacciono 
situati in vicinanza culle càmere degli uomini. ' 
z8. Polente di Mà^z costituiscono l’aliménto 
principale della bassa popolazione, ed un vino' de- 
bole inacquato, spesso corrolió, ' serve ad essa di 


bevanda. 


39. De’ loo giorni, che precedettero lo svilup- 
po del singolare fenomeno, 48 se ne contarono se- 
! reni, gli altri fi-ainmisti di nebbie, di ploggie ,'di 
uracani , e di qualche tempesta : tutti trascorsero 
oltremodo' caldi (17) e dominati "perennemente 
da venti austrini, con estraordinaria forza ed ròsi- 

'■ . (1. ••t-i . 

, stenza. Estraordinaiq purè ebbersi ad osservare a 
quell’epoca anco gli effetti degli squilibri elettrici, 
ed il numero de’fulminì scoppiati in quel breve pe- 
riodo superò il numero totale offerto da’ vent’anni 
precedenti. Videsi inoltre l’ inaspettata Cometa nel- 
le vicinanze della Lince, e nella notte 10 agosto si 
s^nti buona scossa di terremoto.' ' ' ‘ ^ 

. .1.1 ,, . ^ f )/■ 


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So. La casa Fittarello é composta di mattmi , 
coperta di tegoli e conta l’età di anni 5o circa { 
tiene la cucina in piano terreno a tramontana con 
due finestre piccole, alte dal suolo, ed in essa sta 
pure il lavatojo colle occorrenti acque. 11 suolo 
eh’ è selciato a mattoni, vi si scorge estremamente 
umido, coperto segnatamente nelle fissure da co- 
piosissimo Byssus Botrjoides. Le suppellettili sono 
d’ antica data, e danno un ingratissimo odore di 
muffa, eccettuata la credenza, che prima presentò, 
lo spettacolo, la quale è di recente costruxione, ini- 
ternamente a tavolati di abete , esternamente di 
noce. 

3i. Al nord di questa cucina vi passa la pub- 
blica strada ; e al di là di questa rimpetto alla ca- 
sa ad 8 metri di distanza giace una fossa di putri- 
de acque stagnanti, infestate da ogni sorta di ve- 
getabili, e d’insetti ad esse proprj, ove scoiano gli 
escrementi di prossima stalla bovina. .411’ Est vi 
sussiste un’antica cantina, al Sud un tinello, ail’O- 
vest una sala, umida anch’essa, e verdeggiante 
di bissi. 

3a. Nessun rimarchevole cambiamento di re- 
cente avvenne in questa famiglia, siccome nessu- 
na deviazione dall’ antico praticato fu data alle do- 
mestiche faccende. S’abbruciava un consueto vec- 
chio legname, si adoperava farina di frumentone 
bene nutrito, ben secco, e bene con.servato sul 
granajo ; siccome a dovere puliti mantenevansi gli 


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»5 

utensili di cucina. L' acqua sì attìngeva dal solito 
vecchio pozzo scavato in mezzo al cortile, le cui 
meszo'logore pareti andavano tappezzate nelle parti , 
superiori iaiW^ splenium trichomanes intermisto 
i\\'A)Uga rèptanseà alla Plantago media ; nelle 
parti di mezzo da folta Marchantia pplymorpha, 
inferiormente poi, ed a contatto dell’ acqua da un 
copiosissimo non caratterìzzabile in allo- 

ra per mancanza di fnittifìcazione. La famiglia é 
bastevolmente agiata, e vive^ con quelle decenti co- 
modità, che proprie Sono degli onesti artigiani. 


•. I ? .t t > 



i«il » ». 


• * M' 




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«6 


. . , . STOaU DESCRITTIVA. 

■ •• > ■ i. > .1 



- 35 . Xja natura varia delle aostanze sopra le 
quali il fenofneno sorgeva) ed alcune estrinseche 
oondizioni accidentali influivano grandemente sulla 
SUA) forma, diversificandone l’aspetto. In conse- 
guenza io soleva distinguere lo sviluppo in regola- 
re ed irregolare. U regolare,otteneva$i sopra la su- 
perficie liscia delle fette i di polenta, tenute lungi 
da contatti, in locale piuttosto oscuro, anzi che no, 
leggermente umido, e non ventilato, e vedevasi 
bene prima della sortita delle muffe ordinarie; al- 
r irregolarità poi contribuivano la soverchia umi- 
dità amraosferica, e quella delle sostanze sopra le 
quali compariva, li gradi avanzati di corruzione 
' nelle medesime, li contatti, od appoggi di superfi- 
cie, la temperatura fredda ec. 

34. Al grado 18 circa (termometro ffeaumur), 
e gradi 5 a poco più, o poco meno dell’ Igrometro 
Bellanì, una fetta liscia di fresca -ed ottima polen- 
ta chiusa tepidetta, ed ancora un po’ fumante in 
' qualunque ripostiglio, oppure sospesa ne’ cesti in 
'luogo non ventilato, e prima che dall’aria ne ve- 
•- nisse diseccata la superficie dopo il periodo di 12, 
14 o presentava de’ minutissimi punteggia- 

menti vermigli disposti a distanze irregolari, ed 
< 'in breve ora questi punteggiamenti vedevansi 


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avvicinati da alcuni altri con ■ forma gregaria, ra« 
rissimamente confluenti, passando cosi in certo 
modo a costituire pella superficie varj cespetti di- 
spersi. Già qualche ora prima, e quando che l’oc- 
chio naturale nient’ancora arrivava a distinguere , 
armato di semplice, ma acuta lente, scorgeva una 
spezie di trasudamento biancastro, mucilagginoso, 
in glóhicìni disposto, che sortiva elevandosi < dalla 
superficie della polenta. L’ umore presentava su- 
bito nella base una macchietta' rosseggiante , che 
sfornava verso la periferia,' la quale ben presto 'ài- 
' latavasì colorendcT il globetto tutto di un brillante 
’ puniceo, nel mentre che il globetto medesimo len- 
'^amente cresceva di volume.”’^ -* ‘ **• • » 

'''■ "55. ' La figurai' che'-cóstantertiente prendeva 
quella rosseggiante matìeria, era l’Irregolare sferoi- 
' dale, 'con un lato taghatt) ;'eioè convessa nella som- 
mità , piana inforioninedte' all’ appoggio. Là stia 
grandezza non eccedeva quella > delle sementi dei 
‘ papaveri, 'siccome 'minóre' non ineontravasi di 
' ^elle 'de’ raponzoli.' In i consistenza eguagliava il 
' purgato grasso porcinoi'ebe ‘si adópem nelle cucine, 
*' ed ' agevolmente coll’ acuta punta di* sottile spillo 
pòtevasi levare dalla superficie'della polenta,' o de* 
carnami senza lasciarne sotto treccie colorite. Che 
se solo la 'si offendeva in'qualcbe lato, ^manteneva 
fisse le ricevute impressioni," e la naturai forma ro- 
‘ tondeggiante allora ne restava alterata.- 

56- In seguito spuntavano ne’ liberi spàz) 'del 


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i8 

campo le muffe, le monilie consuete, e frattsùnto il 
glob icino insensibilmente passava ad abbassarsi e 
ad asciugarsi. A quest’epoca -il colorito si appro* 
(ondava nella prima superficie della polenta , nè 
più sarebbe stata ese^nibile a fronte di ogni dili- 
genza la sua eliminazione, senza intaccarne la sot- 
toposta sostanza. Bensì radendo la superficie, e por- 
tandone vìa uno strato sottilissimo a guisa di un 
fogl io di carta, il campo compariva naturale , ma 
nello spazio di tempo consueto ripetevansi novelle 
sortite di globicini, finché colla progressione al 
guasto della polenta finiva la scena. Al contrario 
lasciate a se stesse le superficie, seccavansi li glo- 
bicinì in modo da non rimaner 'sotf osservazione, 
che de’ gruppetti firiabili, polverosi, sempre inalte- 
rabilmente punicei, anche a qualunque decompo- 
sizione della pultiglia sottoposta. ' ■ • * 

■37. Che se'< due -fette di polenta l’tiua alF'al* • 
tra soprapposte in situazione mettevansi opportuna ’ 
aU’arrossàmento, allora regolare il fenomeno si ot- ' 
teneva solo ne’ bordi privi di contatto, ma ove 
combaciavano scambievolmente, o poggiava Fin-"” 
ferior superficie, là inconiravasi una vernice liscia 
cbermesina, più o meno sciolta^ che tingeva le di- ^ 
ta, e talvolta anco flussibile in modo da offrire ' la 
più ingannevole apparenza di sanguigna' spalmatu- 
ra ; locchè dipendeva dallo 'schiacciamento ar- 
rivato a globetti, la cui materia discioglìendo- 
si nell’ umidità di decomposizione della polenta 


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imprimeva cotale irregolarità alla forma , del fe» 
nomeno. . , - 

o8. Anche sulle sostanze, animali passava all’a* 
spetto di sanguigna vemice,-e. ciò per l'umidità, 
che dalle medesime trasudava lino da’ primi. gra< 
di del guasto : avveniva lo stesso sulle frutta, e so- 
pra ogni altra sosunza d’.indole' succosa. IVIa lo 
spettacolo più hello si godeva colle minestre di ri- 
so,, il brodo delle quali facevasi, sanguigno, nel 
mentre che i. bianchi granelli elevati dal pianodel 
liquido non mostravano che' qualche punteggia- 
mento vermiglio, .. i .1 ■ ,■ 

. 39. 11 fenomeno in descrizione confondere non 
si deve con quelle macchie • pure vermiglie , che 
in estate si scorgono talvolta sulla superficie de’ pani 
di, burro, o negli autunni umidi subbianco paren- 
chima delle zucche rotte abbandonate aH’umidità 
per le campagne, oppure, sulla colla de’ libri tenu- 
ti in luogo umido. , In, questi oasi le macchie non si, 
alzano di un atomo dalla superficie delle varie so- 
stanze, su cui si presentano, ma il primo punto, che , 
arro?sa„è punto della sostanza, nella quale si' fiir- 
rna^. punto, che lungi dall, ingrandirsi,. elevandosi, 
s’ approfonda sempre e si dilata, non. altrimenti di . 
quello., che si osserva cpn altre macchie 0 gialle, o 
verdastre, in molte sostanze, che passano aUa cor- 
ruzione, effetti manifesti di .fisicorchinaiche muta* • > 

Zioni^.,,,, , .n iii^d .• t, -il;:,-./ 

♦ .♦mU ' .. \ r* •» j »• J *»i 


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3 o 

. . STORIA SPERIMENTALE. . , , . 

'<■ ■ • <w - ' I . • ■ . f : 

■ ‘ j .11 ! ■: ! ' 

fyo. JLia temperatura dalli 14 alli aggradi del 
Termometro di Reaumur,. condiaione ^ igrome- 
trica deH’ammoafera dalli .^o alli 6 u. gradi di Bel- 
lani, ed una certa tendenaa al guasto nelle sostan;ie 
sembravano essere le tre condizipni necessarie allo 
sviluppo della materia colorata, che .le giornate a 
nuvoloni' con fenomeni elettrici, manifesti (iR),.e 
la plaga di Tramontana maggiormente favorivano. 

41. Il rossore si palesava sempre a parità coi 
principi primi, appena percettibili anco dairuomo 
il più delicato, di fermentazione nelle sostanze,: a 
grado avanaato ottener più non poteva», e per 
questo le sostanze animali a cui una sola, volta le- 
vata si fosse la materia colorante, altra non ne da- 
vano in seguito, se si eccettuino però le fibre mu- 
scolari asciutte. I • , . 

4a. Giammai si è dato il caso di trovare ap- 
profondata di un momento nelle sostanze (19) la 
colorazione nelle prime ore dì sua comparsa,, nè 
giammai nata nell’ interno di esse, ma sempre alla 
superficie con elevazione di materiali propr}. . . 

4^*' Raschiata quanto sottilmente potesse, uma- 
no ingegno con opportuno rasojo la superiicìa di 
un pezzo di [mlenta ai primo nascere del fenome- 
no, poscia con diligenza seccata al forno, arrestando 


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Sì 

cosi ogni progressione al- guasto, le superficie con- 
servavansi per mesi e mesi a campo giallo colli 
granellini rossi aridi (ao^ mantenendo appunto 
quella forma in cui trovavansi al momento della 
essiccazione. • • 

44 *' polenta di Mayz a temperatura calda, 
tiello spazio di venti giorni compie anco la putri- 
da fermentazione, e definitivamente si decompone. 
Nel passaggio dall’acida alla putrida svolge alcune 
grosse macchie vkdacee oscure, penetranti nella 
sua sostanza, ma senza alcun indizio di elevazione. 

45. Avvicinando alcuni pesai di vecchia polen- 

ta arrossata con molti altri di nuova entro di una 
cassa, li punteggiamenti in questi non sorgevano a 
preferenza sulle vicine faccette corrispondenti, ma 
ora da un lato, ora dall’altro anche opposto, e spes- 
so il più distante. ’ 

46. Se fra due lètte ' di polenta mettevasi un 
pezzo di carta tinta di disco molto minore, arros- 
savano a vernice li punti d’ immediato contatto e 
sorgevano contemporaneamente de’ punteggiamen- 

' ti ne’ bordi esterni in località- che nessuna traccia 
avéano di comunicazione col centro. 

47. Ogni qualvolta un pezzettino di polenta 0 
di altra sostanza arrossata, oppure anco di carta , 
in cui fossero state avvolte le indicate materie, ve- 
niva messo in comunicazione con sostanze ali- 

' mentose alle condizioni superioroaente indicate, 
il fenomeno giammai mancava di comparire. « 


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Sa 

48. Fatto preparare una polenta con acqua di- 
stillata in campagna aperta non abitata, lavate le 
mani con soluzioni di cloro, e con saponate, usan- 
do le pià scrupolose discipline de’ Lazzaretti per li 
Testiti, quindi chiusane con pergamene incollate 
la metà in boccia di vetro, e l’altra metà messa in 
altra boccia unitamente ad un pezzettino antico 
arrossato : collocate ambedue le boccìe ad eguali 
condizioni, dopo il tempo ordinario presentò la 
prima il Mucor Mucedo, la Monilia Glauca, ed 
in fine la decomposizione totale della massa, ^ sen- 
za offerire il più minuto indizio di punteggiamen- 
to ; quando la seconda da principio arrogò vaga- 
mente, quindi diede il Mucor e la Moniiia suindi- 
cata, decomponendosi finalmente lasciando però 
inalterate le spoglie vermiglie. ^ ,ìti il ot 

4 g. Ripetuti eguali esperìinenù in c«e, ove il 
fenomeno spontaneamente regnava, 0 senza pre- 
cauzione alcuna in quanto a vestiti,^a mani, ad 
utensili ec. ec. sortirono li punteggiamenù in am- 
bedue le boccie, più copiosi però in quella ove sta- 
va il bricciolo antico. Ma esposta dapprima all’a- 
zione di una fiamma la parte interna di una delle 
surriferite boccie, e tuffata per più volte la polen- 

i 4 

ta nell’acqua bollente, quindi chiusa con perga- 
mene incollate, il fenomeno non si è presentato, 
ma bensì formaronsi delle lunghe fila di Monilia 
glauca, e qualche pianticella di Mucor Muce- 


£ 


33 

5o/Una polenta preparata in mia casa nel la 
agosto, primo giorno in cui giunta mi era dalla 
politica Autorità una fetta di polènta arrossata in 
Legnaro, divisa in 8 porzioni, e collocate queste 
in varie località, non trascurate le cantine, le sot- 
toscale terrene ec. videsi punteggiare con assoluta 
esclusione quella sola porzione che posto aveva su 
di una libreria nel mio studio, situato in piano su- 
periore, in vicinanza alla quale stava la fetta dì 
Licgnaro. ‘ 

5i. Un locale che per ore conservato avesse 
qualche pezzo arrossito, atto rimaneva in seguito 
a far comparire il fenomeno, ancorché il pezzo si 
asportasse : le replicate lavature delle mobiglie e 
delle pareti con ranno, la gagliarda ventilazione 
furono lì mezzi che sembrarono riuscire li più ef- 
ficaci a togliere le ricomparse. 

. 5a. In tutte le famiglie (eccettuatone duersole) 

i’arrossTmentò avvenne sempre di prima sortita 
sulla polenta, proseguendo ne’ giorni successivi a 
comparire anco sopra altre sostanze mangereccie, 
e'dimoistrando la seguente scala di predilezione 
tanto in prontezza di sviluppo, come in quantità^ 
1 . polenta, a. tessuti animali cellulosi, 3. cartilagi- 
ni, periosteo, 5. fibre muscolari, 6 . minestre'^, 
7 . parenchima di vìsceri, 8 . pane umettato, 9 . frut- 
te mature. 

53. Una medesima polenta, uniformemente raf- 
freddata, divisa in molte fette di eguali dimensioni,'' 
3 


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34 

e disposte queste a quattro a quattro «opra varj 
piatti, mantenendoli rigorosamente tutti sotto le 
medesime condizioni in un isleiso locale , mostra^ 
rono dopo 14 ore alcuni punteggiamenti sopra le 
estremità di una sola fetta, dopo altre 2 ore ne 
sorsero degli altri in altra fetta, e cosi ancora dei 
nuovi dopo le ore 18, ma non tutte le fette di un 
medesimo piatto arrossirono, nè arrossirono a fac- 
cette corrispondenti^ siccome neppure tutti lì piat- 
ti diedero segnali del fenomeno. « 

54* temperatura di una ghìacciaja' ha dato 
qualche incerto punteggiamento, manifestamente 
abortivo i la polenta fresca unita ad antica arrossa- 
ta vi sì tenne per lungo tempo finché passate era- 
no entrambe alla loro decomposizione totale.;' • • 

55 . Mantenuti immersi alcuni pezzi di polenta 

nell’acqua comune, o nell’acquavite, il fenomeno 
non compariva neppure sulla superficie galleg- 
giante, quantunque situato il vaso in un ammosfe- 
ra carica di putride esalazioni naturali, o ad arte 
preparata con mescugli a varie proporzioni di gasi- 
idrogeno carbonato solforato : e di que’ pezzi che 
fossero stati prima dell’ immersione coloriti , dopo 
3 o, o 4 <> giorni discioglievasi il materiale, lascian- 
do per altro'intatta e libera una specie di pellicci- 
la insanguinata. ' ' ’ 

56 . Il globetto arrossato veduto qualche ora do- 
po la sua formazione con microscopio ( 22) com- 
posto, compariva un ammasso tutto similare £ 


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im * 

materia rossa gelatinosa, di figura sferoidale un 
po’ compressa, opaca. Stiacciato nell’acqua e col- 
locato con essa sopra ■ il cristallo del microscopio 
medesimo, qualche rara volta, e senza valutabile 
costanza offriva de’ minutissimi corpetti biancheg- 
gianti, che Sembravano dotati di un movimento , 
ma cotanto minuto, che in unione alla incostanza 
della loro presenza, erano da tenersi accidentali, 
estrinseci alla sua essenza,-.e probabilmente esseri 
infusori del liquore acquoso usato. . i . 

57 ; Nessuna fibra, nessuna interna canriià, si è 
potuto una sola volta distinguere, siccome nessuna 
oscillazione, nessun allungamento,' nessuna contra* 
alone, nessuna espansione si pervenne a rimarcare 
in quella materia in mille guise tentata. . , 
58. Un mascherino particolare, che copioso ve* 
devasi ne’ primi giorni 'in,. cucina Pittarello, poco 
più grande delia Musco celaris, fosco al di sopra, 
e all’ addome vermiglio, rarissimamente trovavasi 
nelle altre case,, e mai nelle boccie, o sotto le cam- 
pane di vetro in cui coltivavasì il fenomeno. 

5^. In quanto agli effetti, cbe la materia colo- 
rata, la quale avea un sapore dolcigno^ atta fosse 
ad apportare sugli org»>ismi umani viventi, niente 
si può dire, mentre l’orror, od il timore teneva l<«k- 
tane le persone dal cibarne. Sei gatti però ebbero 
a morire in mia casa durante il periodo degli espe> 
( ximenti, li quali tratto tratto andavano rubandomi 
le varie preparazioni ; ma si avverta, cbe in Piove 


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36 


regnava a quell' .epoca una mortale malattia costì' 
tuzionale su questi animali, non incontrata però 
in Legnaro. La loro morte era preceduta per 6, 
o. 7 giorni da vomiti violenti , dapprima bianco* 

‘ mucosi, quindi verdastri, da dolori acuti di ventre, 
da lamenti, da contorcimenti, da inquietudine, da 
totale astinenza de’ cibi e delle bevande , dall’ a- 
spetto prostrato, dagli occhi cristallini , da trabal* 
lamenti, e finalmente da paralisi negli arti poste* 
riori, da fiera costipazion di ventre, e da sospen« 
sion di orina. 

60. Ma gli uccelli granivori chiaramente mo- 

stravano di risentirnei degli effetti deletet^., Non 
morivano no; pur tenuti per più ore senza poter 
mangiare, e quindi dalla fame costretti < a cibarsi 
de’ briccioli di polenta arrossata, facevansi gai di * 
allegrezza al primo imbeccarne ; ma cinque o sei 
minuti dopo aggrottavansi quasi appollajando , at-, 
traevano il capo in mezzo alle rabbuffate penne, 
mantenendo contìnui movimenti nella membrana 
ammiccante finché poi con replicati sforzi, a gui> . 
sa di ruminazione violentata, richiamavano in boc< 
ca r inghiottito pasto fino all’ ultimo bricciolo, che 
disperdevano, dimenando e scuotendo la testa a 
becco apertoj ritornando subito dopo all’allegria 
primitiva. , i 

61. La materia colorante (aS) appoggiata sul- 
le sostanze alimentose, o distesa sulla carta, veniva 
toka dall’alcool, e dall’etere zolforico, li quali 


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r» 

O’J 

davano soluzioni di color rosso-violaceo, o rosso 
giallastro,' a norma 'del solvente, dell’ alimento 
d'onde si traevano, e del tempo impiegato per otte- 
nerlo. La più pura era di un rosso volgente un 
momento al violaceo, e la si otteneva a preferen- 
za, agitando per un istante nell’ alcool la superfì- 
cie colorata della polenta. Le soluzioni ottenute 
da sostanze animali, esposte al sole anco in vasi 
chiusi, o conservate per mesi, più o meno pronta- 
mente scoloravano ; quelle ' cavate dalla polenta 
sussistono ancora inalterate. 

62. Gli alcali caustici in soluzione , ed i sotto- 
carhonati alcalini mutavano in ranciato più o me- 
no carico il color vermiglio delle superfìcie, e ' di- 
scioglievano la materia colorante. 11 vapor nitro- 
so, ed- il deutoidroclorato di Mercurio in soluzione 
volgere ' faceano al violaceo' il rossore, siccome il 
vapor nitrico T ingialliva^ ma il gas zulforoso di- 
struggeva in' due giorni il color rosso, che quasi 
sull’ istante annientato veniva dal cloro liquido , 
dall’acqua regia, e dall’acido nitrico fumante. 

■ 63.' Gli acidi idrogenati, gli acidi zolforìco, fo- 
sforico, arsenico, nitrico, il protidrodorato di sta- 
gno , il soprazolfato di allumina con potassa av- ' 
vivavano il edere.*' - oo.-» f"" 5 ■ 

64 . Con lentissima, e hen condotta evapora- • 
zione delle soluzioni alcoolicà * od eterea si perve- 
niva ad isolare una sostanza- di apparenza' oliosa , 
di un elegantissimo color di viola, in cui risiedeva ' 


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! 


58 

il poter colorante. Dessa avea un sapore analogo a 
quello deir olio di mandorle dolci, una gravità 
specifica inferiore all’acqua distillata , tramandava 
un odor grato particolare. Non lasciava scioglier- 
si dall’acqua nè a freddo, nè a caldo, bensì dal- 
l’ alcool, e dall’ etere zolforico, dando soluzioni di 
un rosso violaceo. Coll’olio di lavanda sommini- 
strava una soluzione rosea, che lasciata all’aria sco> 
lorava in due giorni, e con quello di mandorle 
dolci formava una soluzione consimile, il di cui 
colorito distruggevasi solamente dopo varie setti- 
mane. Colla cerusa preparata all’olio si stempera- 
va, comunicandovi un colore incarnato, ma il gior- 
no dopo, la superficie imbianchiva. Distesa sulla 
carta, vagamente arrossava, dileguandosi quindi il 
colorito dopo ao giorni. Spingendo al fuoco l’ in- 
dicata sostanza, decomponevasi, tramandava dei 
bianchi vapori di odor piccante, e incarboniva, la- 
sciando un tenue residuo di ceneri. 

6.1. Il celeberrimo professor Melandri fino dal- 
la prima ispezione semplice degli alimenti arros- 
sati fatta in Legnaro il giorno i 5 agosto, proferto 
avea, che la sostanza tingente comportarsi dovreb- 
be presso a poco siccome il rosso di cartamo , e 
non falli il parere di tanto maestro ! Il metodo mi- 
gliore per tingere le sete era di far precipitare la 
materia colorante dalla dissoluzione alcalina. A tale ' 
oggetto, digerita la parte colorata della polenta 
nella soluzione di puro sottocarbonato di soda , 


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léltrata la dissoluzione, introdotta la seta, aggiun- 
tovi un acido un po’ più al di là del punto di sa- 
turazione, ed agitato il mescuglio , ne seguiva il 
coloramento : allora lavar si dovea con acqua la 
seta , comprimendola quindi fra carte suganti , 
e lasciandola asciugare all’ombra. 

66. Tutte le piu gentili gradazioni del rosa si 
ottenero con questa mezzo, e certa tendenza al lila, 
che mostravano le sete subito dopo la loro colora- 
zione svaniva in breve. L’acido arsenico, ed il ci- 
trico contribuivano alla maggiore vivacità, siccome 
al contrario l’acido nitrico allungato alla pallidez- 
za. Il ponsò non si è potuto ottenere : del resto li 
coloramenti in rosa, che la nostra materia ha som^ 
ministrato, appartengono alla classe de’stdidi, che 
non solo resistono, ma si avvivano cogli acidi : gli 
alcali solamente, e qualche altra sostanza superior- 
mente indicata valgono ad alterarli, siccome la lu- 
ce tende ad illanguidirli, esercitandovi sopra un’a- 
zione analoga a quella che mantiene su’ bei colori 

del cartamo (a4)> 



4o 

' ' Rt\8SUNT0 RAGIONATO ' > 

' E DEDUZIONI, • = : . j 

J •> . • f . 1 • - . 

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■h,..: ' . * -, 

67 . L’ aver veduto per la prima volta arrossa» 
ta a foggia di polvere di lacca la carta, in cui av» 
volto stava il pezzo di polenta dalla Politic’ Auto» 
rità trasiiiessorai : l’aver osservato riprodursi il fe- 
nomeno nel di seguente a minuti punteggiamenti , 
rotondi,' gregatj, elevati dalia superRcie , senz’ ap- 
profondarsi nella sostanza di altre fette di polenta 
preparate in mia casa, e collocate nel mio studio 
in vicinanza al pezzo di Legnaro ! il non aver di- 
stinto nelle masse,' che' un principio appena discer- 
nibile di acida fermentazione, qualificata più dal 
filare, eh’ esse &cevano nella spaccatura ; anziché 
dal gusto, o dall’odorato, mi determInarónO la stes- 
sa sera a proferire, che lungi ogni sospetto di ma- 
liziosa influenza, il fenomeno riconosceva un’ori- 
gine spontanea, e naturale; che la materia colora- 
ta dipendeva da organico lavorio, e che mi sem- 
hrava scorgere lo sviluppo di un bisso polveroso 
non ancora specificabile. Volò tosto rapidamente 
di bocca in bocca, di paese in .paese il mio pare- 
re, e per mala ventura perdendo non solo la scorta 
di quella prudenziale dubbiezza con cui sortito 
era dalla mia penna, ma più ancora a suo scapito, 
e mia dispiacenza, figlio d’inalterabile dovere. 


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4i 

trascorse con&to co’ swijcessivi parti di vanagloria, 
quasi con essi tentar volesse di accozzarsi. 

68. Non ignorava la mia mente quali , e quan> 
to ostinate difficoltà adombrino le vie, che condor* 
re possono alla conoscenza dell’ indole e de’ carat- 
teri di cotali apparizioni a nostri di con immense 
divisioni, e suddivisioni trasportate, sarei per dire, 
ne’ regni impalpabili della metafisica; quanta co- 
stanza si esiga nella loro investigsAione, quante ri- 
petizioni di esperimenti si rendano, necessarie al 
rassodamento di un. giudizio, il quale ancora dopo 
la pena di mille fatiche giammai si mantiene ter- 
so, ma sempre ombreggiato da qualche macchia 
d’ incertezza ! Sarebbe ben da compiangersi colui , 
che conoscendo per poco gli stud] laboriosissimi in 
argomenti consimili di Ne]ter, di Hedwig, di 
Gaertner, di Achard , di l^yser, di Bridel, di 
Schreber, di Palisot de Beauvois , di Kolbreuten , 
di Hill, di Bulliard, di De-Candolle, di Link , di 
Nees d’ Esembeck, di Persoon, ed instrutto anche 
superfizialmente della frequente disparità nelle lo- 
ro osservazioni,. e non rara opposiaione,ne’ risultati 
dalli medesimi dedotti ( 20 ), v si , pretendesse nello 
spazio di poche, ore. qual nuovo Pitio Apolline , 
pronunziare con .franca sicurezza e stabile verità ! 
Ma un ordine pubblico mi comandava , ed io vi 
dovea sollecitamente corrispondere. j--, 

6g. Dopo la spedizione de’ miei rsq)porti i3 , 
,t5 agosto, rigettando da me qualunque m^morùi 


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4 el loro contenuto, spoglio da qual si sia prevetH 
zione, germe contagioso che spesso rende farneti- 
ci gli osservatori anche più esatti delle cose na- 
turali {26), tranquillo mi diedi a studiare con qual- 
che insistenza T abbagliante fenomeno. Già fino 
dalli primi giorni più non reggeva il primitivo so- 
spetto generalizzatosi di scaltrita, e maliziosa in- 
fluenza per parte della famiglia Pittarello nella sua 
produzione (27) subito che avealo fatto compari- 
re in mia casa, ed in quella del sig. Arciprete di 
Legnaro; siccome neppure sussistere poteva l’,al- 
ire idea di una provegnenza animale per ope- 
ra d’ insetti, giacché sorgeva egualmente sotto a 
campane di vetro (28). Restava solo allora di ar- 
_fivare a conoscere con abbastanza di chiarezza, se 
questui materia riguardar si dovesse quale morto 
prodotto di chimica fermentazione delle masse 
alimentari, sopra le quali appariva, oppure quale 
sviluppo dì sostanza organica particolare, cui il 
calore, l* umidità, e li primordj d’ un movimen- 
to fermentativo contribuissero come condizioni 
necessarie alla sua sortita; e provato quest’ulti- 
mo determinare i caratteri specifici di tale sostan- 
za, òhd’essere collocata in rango competente nella 
sfera degli enti organizzati distinguendone la se- 
zione, cui appartener potesse, se vegetale cioè , od 
.j animale. 

70. Ma con un po’ di filosofia naturale in festa , 
come mantenersi fermi nell’ idea, che una chimica 


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4J 

decomposizione più b meno avanzata^deHé sostan- 
ze alimentose, di causa esenziale, ed unica sèrvi- 

< 1 

re potesse al loro coloramento, i.mò se sopra'mas- 
se a molecole elementari diverse un solo identico 
risultato sorgeva ? a. do se sopra masse' di e^ale 
natura, ad eguali condizioni rigorosamente e con- 
temporaneamente tenute, si' vedeva comparire in 
alcune, e mancare in altre? 5 .zo se compariva a 
principj primi, talvolta ancora non distinguibili' di 
fermentazione acida, quando ad eguali' condizioni 
fisico-chimiche la massa medesima ali mentosa pas- 
sava tutte le spezie conosciute delle' fermèntàzioni 
senza darne il più minimo segnale ? E poi H gradi 
tutti delle diverse fermentazioni in natura dopo 
Adamo, devono essersi con perpetua costanza ma- 
nifestati senza dubbio alcuno quando combinaronsi 
quelle date condizioni, che inalterabilmenté',“fe 
sempre apportarli devono, e che quasi a compasso 
s’indicano dai fisico-chimici 'maestri! Ma quali 
mutazioni nelle leggi di attrazione, e di affinità 
sono mai avvenute, e per qual causa, per cui do- 
po migliaja, e migliaja di anni nel 1819 solo aves- 
se a rompersi l’andamento loro naturale, e pro- 
durre risnltati non più rimarcali, nè descritti ? Inal- 
terabili, lo ripeto, le leggi della materia inorganica 
presentarono fino da’ primordj mondiali eflFetti ad 
esse in ogni momento proporzionati. Quindi sor- 
prese dagli studj deU’uomo, e fatte schiave del suo 
volere, a talento egli distrugge, e riproduce quasi 


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44 

ordinando alle varie combinazioni degli elementi , 
gli effetti, che ne devono seguire. Eppure quante 
fermentazioni di tutti li gradi, di tutte le specie, 
sópra sostanze di tutte le tribù della natura, in tut- 
te le variate estensioni de’ climi conosciuti, o spon- 
tanee non avvennero, o preparate non obbedirono 
negli anni addietro sotto gli occhi nostri, sotto 
quelli de’ nostri corrispondenti, sotto li più grandi 
osservatori de’ fenomeni naturali ? Ma chi giam- 
mai lasciò scritto, o ci ha comunicato di aver vi- 
sto in propria casa un Pollo lesso, lasciato in ser- 
bo per 'i6, 0 ao ore, divenir rosseggiante cuopren- 
dosi’ tutto a vernice di sangue ? Se ciò fosse awe- 

nùto una sola volta, le tradizioni, <e le storie non 

•« * 

avrebbero certamente silenziato. 

71. Molto meno pòi sarà lecito senza esporsi 
alla grave taccia di non conoscere le profonde vi- 
ste di un genio si venerando, lo specificare, que’ ri- 
sultati, siccome naturali figli della fermentazione 
colorante, da Fourcroy per il primo dimostrata; la 
quale consiste in una vera decomposizione più o 

meno avanzata verso la puU'efazione , tendente a 

» - » - 
distruggere le materie vegetali (29) . Il nostro 

rossore appariva elevato dalle sostanze, e prim’ an- 
co , o contemporaneamente, che i sensi i più de- 
licati distinguessero in esse il primo grado non so- 
lo di decomposizione, ma appena di movimento 
fermentativo; non compariva al contrario a fer- 
mentazione avanzata verso la putrefazione, anzi 


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sospendevasi se comparsa la fioritura si tentava 
di spingere la decomposizione delle sottoposte so>, 
stanze. Inoltre Fourcroy ba sempre parlato di ma;, 
terie vegetali, e' noi l’osservammo indistintamente 
anche sulle animali. Inoltre Fourcroy La detto j 
che la fermentazione colorante dà risultati varj a, 
norma della varietà delle sostanze vegetali, che la 
incontrano, e che per conseguenza l’ Ilaemotoxi- 
lon campechianum dava sempre, siccome dà an- 
che adesso, un bianco rosato ; quella del Cartha~, 
mus tinctorius un rosso carichissimo ; quella ]del- 
F Indigofera tinctoria, o disperma od argentea 
un bleu vivacissimo, senza mai una volta combi- 
narsi tutte concordemente, ancorché in tinozze vi- 
cine, nel dare, e comunicarsi un solo idenUco co- 
lore, nella guisa che comportavasi con costanza la; 
nostra materia colorata, la quale da qualunque 
sostanza vegetale, od animale si chiamasse, sortiva 
sempre con eguale vermiglio. 

73. Esclusa pertanto eolia ripetizione costante 
de* fatti, e co’ ragionamenti rigorosamente da quel- 
li dedotti , la probabilità che il prodotto in que- 
stione fosse un puro e semplice effetto degli ordi- 
nar] processi fermentativi chimici, esclusivi all’at- 
tuosità di altre forze, altro non rimaneva allora se 
non se di riconoscere in esso lo sviluppo di una 
sostanza organica particolare , il cui svolgimen- 
to là succedesse, ove favorite venivano le prime 


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46 

mosse di sua vita dalle tre condizioni ricordate/ 
calore, umidità, e principj di fermentazione. > 
£ , ^3. £ già in appoggio di questa opinione con 
costanza si osservava : i.mo che il punteggiamen-* 
to vermiglio, sempre eguale in se stesso a qualun- 
que diversità di sostanza, che lo sosteneva, sorgeva 
elevandosi dalla superficie, e mantenendo sempra 
la figufa rotonda (3o): a, do che cresceva, e si co- 
lorava dal di dentro al di fuori : ,3.zo che segnava 
principio, aumento, stato, riproduzione ed essicca- 
zione : che si propagava sopra vicine sostanze 

d’ indole varia anche, senza contatto ; 5.tu che un 
locale gianunai atto a presentarlo per . lo innanzi , 
lo diveniva, senza mutare fisico-chimiche condi- 
zioni, subito che in esso per qualche ora tenuto si 
fosse un pezzo antico arrossito, ancorché quindi 
asportato : 6-to che a volontà emigrar iacevasi in 
paesi lontani. 

74* Per siffatti attributi tipici della materia or- 
ganizzata, ragion voleva adunque, che organica 
adottare si dovesse la sostanza colorata in discus- 
sione. Nè valeva l’opporvi la non percettibile sua 
fisica organizzazione, i modi di sua propagazione 
tuttora sfuggevoli a’ sensi, la mancanza di una 
descrizione ne’ classici, cui applicare si potesse. Fu- 
tili pretesti son questi, e non ragionate opposizioni, 
e cosi, a grave danna delle scienze, il puntiglio 
beitq spesso , va eternando i sofismi ! £ chi ci 


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41 

garantisce, cbe invece di mancare in essa Una bed 
disposta tessitura, un apparato riproduttore , non 
mancassero invece i nostri sensi a discuoprìrli ? 
Col perfezionamento tutto giorno progressivo de> 
gli istrumenti non troviamo tratto tratto alcune 
realtà in certi fatti della natura, delle quaK per 
lo innanzi non n’ eravamo cbe moralmente con» 
vinti per le sole logiche deduzioni ? Quanti corpi 
organici, o parti di essi, non tengono ancora occul» 
ta agli occhi nostri l’ ìntima loro tessitura, senza 
cessar per questo di appartenere alla divisione or- 
ganica ? Quante crittogame non ascondono gli or- 
gani destinati alla riproduùone delle loro specie 
e li modi co* quali esercitano questo grande atto? 
Pure l’atto si effettua con norme inalterabili, eter- 
ne; dunque la mancanza delia verificazione mate» 
riale sta a noi, e non altrimenti. 

75. Ma in quale delle due grandiose sezioni 
della classe Organica inscrivere sì poteva la nostra 
Sostanza ? Il sommo Virey, che primo, forse, à 
pervenuto a segnare delle traOcìe di confine meno 
incerte fra le labirintiche estremità, con cui gli es- 
seri di una collegansi con quelli dell’altra, pronun- 
ziato avea che l’ essenza delle piante consiste nella 
nutrizione, nell’ accrescimento, nella generazione , 
e nella distruzione : L’ essenza degli animali , in- 
dipendentemente da queste facoltà , che godouò 
comuni colle piante, consiste nella mobilità spon- 
tanea, e in una sensibilità più qmeno attiva. 


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48 

Nessuna dilatazione, nessun allungamento, nessuna 
espansione, nessun restringimento, nessuna con- 
trazione , nessuna sorte di movimento infine 
essendosi potuto distinguere nella materia nostra 
con mille modi tentata ed ispezionata, la sua col- 
locazione nella sezione vegetale risultava evidente 
e giusta ; al che univasi anche a maggiore confer- 
ma la mancanza rigorosa di qualsiasi vestigio d’in- 
terne cavità. 

76. Incontrasi diSatto sul principio della schie- 
ra de’ vegetabili , una numerosissima famiglia 
composta d’ individui semplicissimi, nella maggior 
parte parassitici, li di cui moltiformi aspetti , non 
che gli atti, annunziatori della vita, presentansi con 
tale oscurità alli nostri sensi da fomentare inces- 
santi controversie sull’ indole loro. Poggiano que- 
sti paralelli ad altrettanti altri di apparenze affini, 
ma appartenenti all’ altra gran sezione animale 
sopra li prodotti li più elaborati dalle le^ fisico- 
chimiche , che lì sostengono a guisa di un’ara, 
mantenendosi occulte nel centro de’ contatti le in- 
time relazioni, e costituendo mirabilmente quel 
misterioso nodo da cui sortono li primi lampi 
della vita organica; nodo che si attende ancora 
la spada di un Alessandro per essere disciolto. 

77. Air accennata famiglia vegetale adunque , 
eh’ è quella de’ funghi , e natui-almente nel ran- 
go più inferiore di ogn’ altro suo individuo a me 
sembrò , che inscrivere si dovesse 1’ appartenenza 


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della nostra .sostanza rossa , e per la semplicissi- 
ma sua organizzazione, e pe’ suoi caratteri oscu- 
ri di vita, e per le condizioni trovate necessarie 
al suo sviluppo , e per I’ impossibilità di otte- 
nerla sotto acqua , . ancorché dell’ umidità aman- 
te, e per let abitudini della sua corta vita. ^ Nè 
forza alcuna trovar poteva* in me l’opposizione a 
ciò fare per la mancanza ne’ classici di una de- 
scrizione esatta, al cui genere ascrivere si potesse. 
Furono innalzate forse , all’ umana sagacità nel 
1818 per le. sole osservazioni fino allora raccolte, 
barriere di bronzo .con l’ incancellabile impronto 
àfX .nott iplus ultra? t^nta presunzione tollerar non 
si poteva ai giorni nostri^. E se il fenomeno si pre- 
sentava non più osservato . e nuovo, come volerlo 
trovare descritto ! , . • • — 

78. E già in vero essere non poteva un pro- 
dotto bissoideo, la ripetuta osservazione avendo 
mostrato mancare , d’ ogni traccia di tessitura fi- 
lamentosa, o di polvere farinosa ; ia poi vere, nei 
primi istanti da me .rimarcata erano reliquie di 
pianticelle. morte , ed essiccatp; la ntancanza inol- 
tre. delle capsule sferiche . mezzo farinose, l’esclu- 
deva dal genere Aegerita, siccome 1 ’ assenza del- 
lo stìpite oltre quella del cappello dall’ altro ge- 
nere M/ucor. Finalmente, la sua costanza di for- 
ma regolare lontano tenevalo. dalle tr^elle, e la 
privazione di ogni manifesto ricettacolo dalle tu- 
bercolai-ie. r 1 s .. 


4 



5o 


79 . Ciò nondimeno lungi qual io mi 'Sento; 
e probabilmente per deficienza in me d’ isiruzio» 
ni bastevoli, dal credere cbe anche le piò recenti 
opere laboriosissime de’ sommi ingegni •- Persoon^ 
De-Candolle , la Mark, Link, Nees d’ Esembeck 
ec. pervenute sieno ad abbracciare completamen- 
te tutte le produzioni 'fungose possibili in modo 
da lasciare in ogni incontro soddisfo 1 ’ osservato- 
re studioso , - fissando in > certo modo un centro so» 

10 di 'generale riunione pe’ Naturalisti, cosi io mi 
determino ad offerire puramente la descrizione 
caratteristica della' sostanza fungosa da me per 

11 primo osservata alla vasta mente di que’ som- 
mi Genj collettivi , che stanno coltivando in gran- 
de siffatto ramo importante' della natura. Questa 
sostanza già sola non' si presenta con bisogno di 
nuovi e più profondi riflessi. 'Siamo ancora sicu- 
ri sulla natura, e sul rango da darsi alle Fumag- 
ginì, agli Erinei, a quella produzione da Yillars 
osservata negli spedali sulle fasciature umide dei 
fratturati, e all’ altra che copriva il vino di una 
bottiglia rotta, in maniera d’ impedirne il disper- 
dimento, dal cav. Chaillet inviata a Persoon, e 
finalmente a quella trovata da Banks (3i) cbe 
riempiva tutto un canevino , in modo da dover- 
si usare dell’ accetta per liberarsene ? A queste 
adunque, ed a qualche altra, che passo con si- 
lenzio ( 3 a) intendo di aggiungere anco la pre- 
sente, restandomi ad attendere sopra di essa le 


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5i 

decisive osservazioni de’grandi Maestri delle scien- 
ze naturali. 

Genus 2Laogalactina (3a)Car. Heceptaculum nul- 
luon, substantia gelatinosa si- 
milarìs, forma constanti , ge- 
neratio obscura (34). 

Species Zaogalactioa Iraetrofa ~ Car. Granulifor- 

mis, minima, grega- 
ria, sessilis, intense 
I . I punicea. 

Observatio - Ad superlìciem quorumdam ali. 

mentorum aestate anni 1819 in 
humiliorìbus Provinciae Fatavi- 
nae regionibus copiosissime obser- 
vata. 


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ANNOTAZIONI 


(i) Grano Turco, o Melgone- Zea Mais Lin. 

(а) Ordinanza del R. Commisiario Distrettuala 
N. >47^ ~ ‘‘ agosto 1819. 

( 3 ) Mio rapporto N. 1896. ii agosto. 

( 4 ) Nella famiglia di Francesco Brunazzo. 

( 5 ) Presso il sig. Francesco Padrecca. 

(б) A questo luogo giova il ricordare un’ importan- 
te circostanza. Il Palazzo feudale stando eretto sulle 
sponde del Baccliiglione in prossimità ad iuiinense 
valli, tiene li piani terreni tutti, tin tempo salubri, 
adesso umidi, bassi, oscuri, inabitabili per il succes- 
sivo alzarsi dell’alveo del contiguo liuiiie, e perciò atti 
allo sviluppo di molte piante bissoidee. Edotto quel- 
]’ Amministratore egregio sig. Giuseppe Bonazzi dei 
fenomeno di Legnare, tentato avea ne’ primi giorni 
coll’esposizione di varie sostanze ( non esclusa la po- 
lenta) di ottenerne in que’ sotterranei l’arrossamento; 
ma tutte le sostanze passarono alla corruzione, copren- 
dosi degli ordinar) prodotti , e senza alcuna traccia 
deir aspettato fenomeno. Rivoltosi a me, ebbi la com- 
piacenza di spedirgli un pezzettino di carta tinta 


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54 

colla polenta di ,Legnaro, il quale collocato in vici- 
nanza di nuovi piatti ne’ locali medesimi, con sostan- 
te simili alle prime, nello spazio di i6ore vide sortire 
r arrossimento sopra tutte, siccome con gentilissima 
sua a4 agosto 1819, me ne portò esattissima, e ben det- 
tagliata notizia. 

(■j)Nuovo Osservatore Veneziano - N. loi. ago- 
sto 1819. 

( 8 ) Gazzetta Privilegiata di Venezia ... 24 ago- 
sto 1819. , ; 

f 

(9) Memoria sulla Polenta rossa di D. Pietro Melo 
di Savonara - Giornale dell’Italiana Letteratura del- 
li signori conti da Rio - Bimestre Novembre e Dicem- 
bre i8i8. Padova. 

(10) Nella sua introduzione esprime: n Che il fe- 
» nomeno, che si crede affatto nuovo, è stato osservato 
Il da’ nostri contadini ^anche negli altri annij allora 
»» quando le stagioni furono calde, e piovose ” . Io ne 
ho inteirogato qualche^ centinaio fra li più provetti, e 
di que’ che religiosamente conservano e tramandano 
a’ posteri ogni sorta di tradizioni, nè ho da alcuno 
mai potuto sentire, che fosse stato visto. Due Signore 
di diverse Parrocchie dissero di aver trovato ao anni 
fa alcune fette di polenta arrossite, incolpando i fan- 
ciulli di averle tinte, colle frutta schiacciate del Ri- 
bes. Questo non è avere osservato il fenomeno, sicco- 
me a dritto senso non si polrelibe concedere che os- 
servalo venisse a’ primi di Luglio 1819 in Savonara. 



' OTgH 


55 


Inoltre per non ritenere un semplice coloramento in 
rosso della mucillaggine quel prodotto basti il sapere 
ch’era solubilissimo nell’alcoole , ed insolubile nei* 
r acqua. 

(11) Traile altre merita di essere ricordata l’oeser- 
vazione tenuta in famiglia del sig. Gio. Maria Bragato 
di Piove. Fino al giorno 12 settembre il fenomeno in 
essa giammai erasi visto, quando nella mattina i 3 si 
trovò nel guarda-spensa un Pollo intero, lessato due 
giorni prima, divenuto quasi- grondante di sangue, e 
contemporaneamente un fornello provvisorio, eretto a 
ciel libero in Tramontana, prossimamente al guarda- 
spensa suindicato, nella stessa mattina per la prima 
volta presentava tutte le fessure de’ mattoni stuccate 
ad argilla, rosseggiare per lo sviluppo improvviso di 
minuti punticellì, gregarj, copiosissimi, offerenti in 
seguito i caratteri della Tremella Cirmaiarina di Per- 
soon ( Synopsis Fnngorum), ritenuta Tabercularia 
Cinnabarina da De-Candolle, e Lamark ( Flora Gal- 
lica ). E qui si noti essere cosa non infrequente, ma 
non ancora a mia cognizione dagli osserv'atori indica- 
ta, lo sviluppo di siffatta elegante produzione nell’ar- 
gilla,che ottura a Tramontana le fessure delle fornaci. 

(12) Il metodo da metenato era di porre in una 
boccia a bocca larga, io o 1 1 pezzi di polenta quasi 
raffreddata con in mezzo un altro pezzo vecchio rosso, 
e chiusa con pergamena, di collocarla sotto il focolare. 
La latitudine della temperatura che sorgere faceva il 
rossore, mostrava di essere dalli 10 alli 26 gradi di 
Reaumur. 


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56 


(1 3 ) li sig, Giovanni Marangoni di Udine.* :< i 

’ » - . • . \ 

(1 4 ) li sig. Girolamo Bressanin della Motta del 

Friuli. , 

(1 5 ) Negli anni 1820, 21 , 33, aS il fenomeno andò, 

gradatamente facendosii sempre più raro, taluientechè 
nei corrente i8a4 pochissime furono le famiglie, che 
se r ebbero a vedere, e solo in qualche giornata caldo* 
sciloccale di agosto. , 

(16) Una volta sola, è d’uopo confessarlo, io ho ot- 
tenuto sette punteggiamenti sopra una fetta di pera 
matura, che stava in contatto di polenta arrossita, loc- 
chè per raro evento potrebb’ essere avvenuto per li 
motivi medesimi, pe’quali Persoon trovò una sola vol- 
ta lo Xyloma pezizoides, eh’ è proprio delle sole foglie 
della Quercia, del Castagno, e del Faggio, propagato 
anco sn la foglia contigua di tm Pioppo — Persoon— 
Traité sur les champignons commestìhles, 

( 1 7) Nel R. Osservatorio di Padova , distante, sicco- 
me ho detto, 8 kilometri da Legnavo, li medj del li 
quattro mesi di caldo furono li seguenti : 

Giugno - Barom. poi. 38 1. 1 d. 4 Term. 17.0 Igrom. 66 


Luglio 28 1 8 ... 19. o ... 67 

Agosto ... i .... 28 1 5 ... 17. 7 . .\ 79 

Settembre 28 3 5 . . . i5. 5 ' . . . 68 


(i8) L’ egregio Professore chimico di Venezia si- 
gnor Domenico Galvani immaginato avea con molto 
spirito ne’ primi giorni del fenomeno di costruire una 


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Pila sostituendo alli dischi di carta altrettanti pezzi 
di fresca polenta; il coloramento sortì sopra li bordi 
esteriori nel periodo di sei ore, quando ail andamento 
ordinario trascorrere ne dovevano almeno dodici . Ci 
duole, che quel valente chimico per insorti privati mo> 
tivi abbandonato abbia tosto la continuazione degli e- 
sperimenti. 

(19) Ne’ téssnti cellulosi degli animali le macchie 
vermiglie approfondavano rapidamente, e ciò avvenir 
va perchè sciolto prematuramente l’amore colorato 
dalla sovrabbondante umidità veniva subito assorbito 
nelle cellule, e propagato dalle une alle altre. 

(20) Nello scorso gennaj o ebbi l’onore di presentar- 
ne un nitidissimo saggio della data di quattro mesi, al 
ragguardevole I. R. Consigliere, e Protomedico Gu- 
bcrniale Francesco Dott. Aglietti, il cui nume solo 
nella repubblica scientifico letteraria serve del più 
invidiabile elogio. 

(21) Ciò non corrisponderebbe alle ingegnose spe- 
rienze di Bulliard, ma io l’ho veduto. D’ altronde 
non si sa che in qualche dipartimento della Francia 
s’ottengono V Agariciu Palomet , ed il Boletus Edulit 
coll’ inaffiare la terra de’ boschi diqiiercie, mediante 
un’ acqua nella quale furono bollite delie specie 
medesime di funghi P 

(22) Per mala ventura non ho potuto usare, eh* 
di un microscopio composto pochissimo ticuto. 


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I 


58 

I (25) Io d^ro al valente Pietro De-Col la maggior 
parte delle chitniolie osservazioni , giovane in oui la 
bravura gareggia colla gentilezza dell’animo. 

... ..I I 

• (24) ba oontinaa<zione idoli’ osservare mutar fece 

li primi molli idi vedere sopra l’indole creduta resi- 
stente di quella sostanza colorante, mentre non solo 
la luce diletta rapidamente dileguar faceva ogni co- 
lorarione, ina tenute anche in serbo le lane, le seta 
tinta,:» la stessa tintura alecolioa, nel giro di otto o 
nove mesi perdevano tuttodì rossore, 'cambiandolo in 
gialliccio. Degno di rimarco {ter altre rimase, che al- 
lorquando d'iseccavasi. il rosso materiale senza stac- 
carlo dalla sostanza sopra cui era comparso sussisteva 
inalterabile per molti anni anch’esposto alla stessa In- 
ce diretta ; io conservo de’ pnnteggiamenti vivacissimi 
dall’ epoca di quattr'anni; • , 1 , 

■ ' . > : , 

(2.5) Basti solo il ricordare, onde ovviar prolissità, 
che Neker negava fermamente quanto annunziava 
HeJwig, nel mentre che Gaertner adottava opinioni 
di mezzo, dirette ad avvicinare in .qualche modo gli 
opposti partiti. ...... 1 

(26) Quiconque prétend approfondir une matière 
ne dóit étre préoooupé d’ aucun sjrsléme ; sans cela il 
s’abuse lui méme en abusant iesautres. 

(z^) Meritano di essere riportati due squarci di 
onorevoli Lettere a me dirette da celeberrimo Pro- 
fessore della R. Università di Padova, dalla cui bontà 


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59 

m’ attroTo tpetM favorito. Da questi apparirà il mo- 
do con cni pensavasi quasi generalmente,’ eneo dalle 
persone dotte al comparire del fenomeno. La prima 
datata li >4 agosto diceva: » la ringrazio della polen- 
» la inviatami col .«no foglio di jeri ( i 5 agosto) e che 
» ini dice fatta mercoledì ( ii agosto ) in Legnaro, ed 
)> altrove custodita. Amerei di conoscere il risultato 
n delle di lei indagini. Io posso dirle che bagnata la 
n superficie rossa con poc’acqna, l indi fregata quella 
» superficie col mio fazzoletto bianco , la supcrfioie 
n divenne gialla, il fazzoletto si tinse di rosso, e del 
«colore vero della lacca di Verzino. Temo adunque , 
« che ci sia taluno, che si diverta a spalle di .quella 
« famiglia, di Lei,' e delle Autorità Superiori.Ove bo 
« levato il colore colla lavatura restò giallo, l’interno 
« della fetta i giallo, come gialla è la spezzatura, 
« quantunque sia al contatto dell’aria. E perchè dnn- 
« qne sono rossi li sóli due piani della fetta? perchè 
« furono coloriti artifizialinente, e qui gatta ci cova, 
ss come dice il proverbio Ma tre giorni dopo con una 
seconda segnata li agosto si espresse n — Mi Cen- 
si solo con lei, e sono seco lei d’accordo, tosto che ve- 
li do la polenta favoritami ( che conservo ) non i diiec- 
11 carsi ma colorarsi sempre più, e trasudare. In alca- 
li ni punti sono nate le piantine del Mucor Mucedo, 
Il ed in varj luoghi sono allo stato di maturità. Ve- 
li drò volentieri come la scoperta del Byuw colorante 
(correva allora il mio primo linguaggio) possa divenir 
Il utile rapporto aH’economia.' 

(28) Oltre al sospetto per parte del Moscherino 
altrove indicato, si sa che molti lepidotteri al momento 


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6o 


deU’uUi(na loro metamorfosi evacuano < alcune goc- 
ciole di un liquore opaco, quasi simile al sangue , il 
quale non ha mancato talvolta di generare delle o»* 
serrazioni tumultuose nel popolo superstizioso. Si do^ 
Veva adunque allontanare con sicurezza anche questa 

cansa possibile. ' . 

* ' 

(iq) » Ce n’ est qn’nne veritable décompoaition 
» plus otr moina. avancée vers la putrefaction , un 
» commencemeut de résolution qni tend à detruire 
n completement la matière végétale. li n’est person* 
ìì ne qni n’ait observé que dans le cours de cctte dé> 
t) compositìon putride, les substances v^gétales, qui 
n l’épreuvent, prennent en géneral unecouleur plus 
7> on rauins marquée : c’est ainsi que les fruits se foo- 
» cent , et brunissent, que les cbampignons noiinis- 
nsent, les ,mucilages jaunissent, et rongissent: les 
» feuilles plongées dans l’eau seinblent se foncer d’a* 
n bord dans leur veri, et marchent ensnite rert une'. 
» bruniture, qui se reproclae da noir. , Fonroroy. -Sy- . 
n stéme des con noissances cbimiqnes ”, , ■• .. i. 

• T i ir • i ‘ ' - ■ . ^ i I / 1 . . , 

(50) Veggnnsi Haùy •— 'rTraité de Mineralogie, 
Romé de Lisle - Cristallographie, e la recente memo- 
ria di M. Dutrochet letta all’ Accademia Reale delle 
Scienze di Parigi , sur les lois qni president à la for- 
mation des étres orgaoiques, et ìnorganiques. . ' • ’t : 

(51) Gallignan^’, messenger— i8 marzo i8ig. - 

(32) £’ desiderabile che le osservazioni sagaci, le 
quali s’ istituiscono altrove sulla causa ohe colora da 


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neve, di già trovata rossa dalli viaggiatori della pri- 
ma spedizione Artica , ed in seguito osservata anco 
nelle nostre alpi, ci portino in breve risaltati più pre- 
cisi, in quanto al vegetale criltogamn , che dietro gli 
esami recentemente teniiti a Lo eira, le ricerche ft- 
sico cliiinicho di Pcschier a Ginevra, le dedazioni di 
De-Candolle presentate alla R. Accademia delle Scien- 
ze di Parigi, non che le opinioni di WollanstoD, e di 
Biselx, sembra somministrare quella tinta ; tinta che 
ne’ caratteri chimici sembra mostrare qualche avvici- 
namento con quella della nostra Polenta. Veggasi Bi- 
bliothéque Universelle des Sciences et arts. Tome Xil. 

(35) Seguendo le traccie del giorno ho tentato di 
prendere dal Greco una denominazione composta per 
la materia organica osservata, la quale possìbilmente 
esprimere potesse ad un tempo la sua natura, la for- 
ma, e le sue abitudini. Quindi chiamai Zaogalactina 
da (vivo) yrrXaxriy^. Gelatina (teste Jul. Alexand. 
est terminus Pharmaceuticus , denotatque succum 
inspissatum purìorein. Vide Castelli Lexicon Medi- 
cum Graeco-Latinum ) specificandola Imetrofa da 
tì/iai : insideo, Tfsjn) , aliroentum. 

(34) Gli esseri organici situati al nodo indicato, ri- 
tenendo li caratteri tipici, in quanto a nutrizione in- 
terna, ed a riproduzione potrebbero mancare della ne- 
cessità di paterna derivazione organica. Ciò trovato si 
avrebbero degli esseri, che avvicinati alle più compli- 
cate fermentazioni chimiche offrirebbero de’ passaggi 
graduati dalla sezione inorganica all’organica distrug- 
gendo quel salto grandióso, che colle viste attuali 


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.«'incontra, e così le opinioni di Medions, di Maerkiin, 
di Ackerman, di Kaéker, <£ Haiberle , di Lamark , che 
già sono modiBcale riproduzioni di antichissimi pen- 
samenti, otterrebbero quella generale persuasione che 
ancora dagli studiosi tranquilli e prudenti non si à 
guadagnata.' Trattante, Bnoliè nuovi lumi non cam- 
peggino a maggior' rìschiarazione,' io continuerò a rite- 
nere col quanto profondo altrettanto eJoqnente. \Virey 
ohe la » génération n’est que la force d’organisation , 
u ou de vie, le principe est le méme. Il n’ y a que des 
» córps organisés qui puissent engendrer ; il n'-y' a 
lì qne des corps engendréa qui'puissant vivret'La vie, 
l’organisation, la reproduction, ne peuvent point 
étre séparées sans se détruire d’elles mémes ” . — 
£ poco dopo.: u tout ce qui est ovganisé est dono en- 
>» gendré de parens^semblales, et, tout ce^qnj vit. peut 
» se reproduire, il n’existe pas de génération é({uivq- 
» que ; ces termes sont ménte contradictòirés.' La pu- 
)» trefaction, éternelle ennemie de la vie, et de l’orga- 
» nisation, ne pent point les reproduire: la généra- 
» tion est la vie, la putréfaction est la mort 




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INDICE 

■j 

Dedicazione a Sua Eccellenza il Signor Con- 
te CytxLO d' IszAGMi, Governatore delle 
Provincie Venete ec. ec. ec. . . Pag. 5 

Introduzione 7 

Storia Politica io 

■— Topograjico-Meteorologica . , . .,22 

— Descrittiva 26 

— Sperimentale < • 3 oi 

Riassunto ragionato, e deduzioni . . . „ f^o 

Annotazioni 55 


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